Il Fumetto: Spunto

Dallo Spunto ai primi appunti

 

Quello dell’ispirazione è un mito da sfatare: la propria creatività va costantemente allenata scrivendo tutti i giorni, e bisogna avere i “sensi all’erta” in qualsiasi momento per captare spunti magari utili in futuro. Quando si scrive un soggetto “liberamente” ci si può prendere tutto il tempo, ma se vi viene chiesto qualcosa di preciso si deve sgombrare la mente e concentrarsi sul compito. Lo so, il concetto di “compito” farà rabbrividire molti di voi che hanno una visione romantica dello scrivere, ma può essere una sfida stimolante.

 

Più che parlare in generale, forse è meglio analizzare una storia fin dai primi passi.

Nella fattispecie seguiremo una storia tratta da Topolino, “Zio Paperone in fuga dal Natale” (poiché la Disney è un’ottima palestra per iniziare), dalle prime idee, al soggetto, alla sceneggiatura.

La storia è stata pubblicata su Topolino n. 2822 per i disegni del Maestro Cavazzano.

 

Prima di tutto, bisogna chiedersi: che cosa voglio raccontare?

Quindi, qual è il tema? Qual è la “domanda” che si deve porre la storia?

 

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Gli elementi a disposizione sono “Zio Paperone” e “Natale”. Come vede il Natale, Paperone? Innanzitutto è una festa (in teoria) di generosità, di regali. Di sperperi, dal suo punto di vista. Ma è tutto qui? Si potrebbe analizzare il rapporto conflittuale del papero con questa festività per spendaccioni. Ecco quindi la domanda che si potrebbe porre la storia: “Che senso ha il Natale per Paperone?”, inteso non come domanda retorica ma come vera questione da esplorare nel corso del “viaggio”.

 

Perché invece di riesumare un vecchio nemico non fare che è il Natale stesso l’antagonista?

Ma certo, il Natale stesso, orgia di spese, è suo nemico, ma perché? Perché tutti pretendono regali da lui, visto che è il più ricco. E allora cosa fa? Se ne va. Dove? Dove il Natale non esiste, e quindi nessuno pretende regali da lui. Magari un villaggio scozzese dove tutti sono super-tirchi o qualcosa di simile. Non molto originale, ma se giocato bene può risultare divertente (da notare il botta e risposta tra sé e sé: è una pratica consigliata, anzi necessaria, non segnale di gravi disturbi psichiatrici).

E poi? Be’, lui ha raggiunto il suo personale “paradiso”, quindi in teoria è a posto così. Ma Paperopoli senza Paperone non può stare, e viceversa. Come fare per riportarlo a casa? Dunque, un punto di forza di Paperone è senz’altro la sua famiglia, in particolare Paperino e nipotini. Come reagiscono loro? Se lo zione è via per Natale non saranno così contenti, giusto? Magari Paperino non è molto preoccupato, ma i nipotini non vogliono sicuramente passare un Natale senza l’anziano parente. Chi conosce bene i personaggi lo sa. E che cosa faranno? Che domande, lo vanno a cercare ovviamente! Perciò più o meno a metà storia lo trovano, Paperone spiega loro che in quel posto dove non esiste il Natale si trova bene e di lì non si muove. Bisogna escogitare un meccanismo che scardini tutte le certezze raggiunte da Paperone per farlo tornare a Paperopoli.

E qui si arriva al fulcro della faccenda. La soluzione non basta che sia un accadimento meccanico, una trovata, un trucchetto o qualcosa del genere. In questo snodo bisogna trovare la “risposta” alla “domanda” che la storia si è posta. La domanda era: “Che senso ha il Natale per Paperone?”. E la risposta quale può essere? Be’, forse che per lui il Natale ha un unico vero senso: la famiglia, in senso lato. Concedersi del tempo per stare con le persone cui si vuol bene.

 

Ecco quindi la risposta: “la famiglia”. Perciò la soluzione all’inghippo deve provenire dal suo legame coi nipoti, che deve vincere la sua idiosincrasia nei confronti dei regali.

Quindi, ecco l’idea: in questo villaggio in cui il Natale non esiste, i paperi si scambiano dei regali in maniera disinteressata, per puro affetto familiare. Essendo la prima volta che questo si verifica in quel luogo, succede una reazione a catena. Gli autoctoni scoprono per la prima volta doni e festività e cominciano a fare e pretendere regali a raffica. Diventa la nuova moda giunta dall’estero. Nessuno più usa i soldi, ora solo i regali interessano alla gente, e l’economia del villaggio va in stallo.

 

Saranno ovviamente i nostri paperi a dover risolvere il problema, per poi tornarsene a Paperopoli appena in tempo per fare il cenone di Natale nella fattoria di Nonna Papera per una bella scena di famiglia.

 

Tutto questo ragionamento per arrivare ai primi frettolosi appunti sulla storia:

Avvicinandosi le feste natatilizie Paperone è costretto a fare regali a destra e a manca: regali ai colleghi per favori ricevuti in affari, a primi ministri di staterelli dai nomi strani, donazioni a enti benefici, oltre ovviamente ai regali ai parenti. Continuare a sperperare i soldi in queste cose sta facendo impazzire Paperone, che di colpo scompare da Paperopoli.

 

Pare che per l'annuale cenone da Nonna Papera bisognerà allora fare a meno di Paperone, ma i nipotini convincono Paperino a rintracciarlo e tornare con lui in tempo.

 

Le ricerche (grazie anche a Battista) portano i nipoti in uno sperduto villaggio scozzese (volendo potrebbe essere altrove: villaggio indio? egizio?) dove non esiste il concetto di REGALO. TUTTO ha un prezzo. Perfino chiedere l'ora a un passante costa qualcosa. Perfino chiedere il prezzo di un oggetto in vendita ha un prezzo. Paperone qui si trova benissimo. Nessuno si sogna di chiedergli regali, ciò che vuole se lo compra (molto poco), e come al solito sono più i soldi che guadagna di quelli che spende e nessuno fa sciocchi festeggiamenti regalandosi insulsi soprammobili. Senza regali né favori, il commercio è perfetto e stabilissimo, perciò Paperone non potrebbe essere più felice.

 

Paperino e nipoti sono indignati. Paperino vorrebbe andarsene, i nipotini vogliono cercare di convincere lo zione a tornare a Paperopoli.

 

In tutto questo, Paperone commette l' "errore" di regalare senza pensarci qualcosa ai nipotini (qualcosa che loro non gli chiedono ma che lui dà loro spontaneamente). Un abitante del villaggio vede e chiede informazioni ai nipoti su cosa sia "regalo" e "natale". Loro gli fanno un esempio pratico regalandogli qualcosa, e pian piano si spande nel villaggio la moda dei regali e del Natale. Non avendo altro da regalarsi, le persone piuttosto si regalano una ciabatta spaiata. Molti abitanti vanno da Paperone a chiedergli regali, regali, regali! Lui è il più ricco perciò è suo dovere far loro dei regali, visto che sono stati tutti così gentili nell'accoglierlo nel loro villaggio! Paperone è disperato: in fondo la moda è partita proprio da lui! Oltretutto il sindaco è infuriato perché la fissazione dei regali sta mandando in rovina il commercio del paese. Non circola più una moneta, la gente pretende di pagare le tasse con soprammobili e orsacchiotti,  ecc.

Trovare una soluzione alla confusione, Paperone sistema il paese, torna a Paperopoli e festeggia il Natale coi suoi cari. Un po' si vergogna, alla fine non ha portato nemmeno mezzo regalino per nessuno. Ma i parenti gli fanno capire che il regalo più bello è che lui sia lì con loro come tutti gli anni!

 

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Al momento di stilare i primi appunti non ci si sofferma molto su alcuni passaggi, come ad esempio esattamente in cosa consiste il regalo di Paperone ai nipotini (o viceversa) o come farà Paperone a sistemare il garbuglio che ha provocato nel villaggio.

Occorre prima delineare la storyline principale, avendo abbastanza fiducia in se stessi per sapere che al momento giusto si saprà trovare la soluzione a ogni problema, e procedere su aspetti più importanti della storia.