Avanguardie storiche: Il Surrealismo

Lo slideshow presenta solo alcune delle innumerevoli, straordinarie opere dei principali artisti appartenenti alla corrente artistica denominata "Surrealismo". Un punto di partenza per illustrare le personali tensioni, visioni e interpretazioni dell'arte. Un click per iniziare.

Di seguito l'elenco degli artisti surrealisti (compreso Marc Chagall, non un vero e proprio surrealista) presenti nella galleria di immagini (slideshow) precedente, organizzati in ordine cronologico e con link di approfondimento a Wikipedia.

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Marc Chagall
1887 - 1985 wiki   Salvador Dalì 1904 - 1989   wiki

René Magritte

1898 – 1967

  wiki          

Max Ernst

1891 – 1976

  wiki          

Joan Miró

1893 – 1983

  wiki          
                 

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1. Metafisica e Surrealismo

Max Ernst, "Celebes", 1921
Max Ernst, "Celebes", 1921

Secondo il libro "L'interpretazione dei sogni” pubblicato nel 1900 da Sigmund Freud, il sogno è la «via regia verso la scoperta dell'inconscio». Nel sonno, infatti, viene meno il controllo della coscienza sui pensieri dell'uomo e può quindi liberamente emergere il suo inconscio, travestendosi in immagini di tipo simbolico.  

Da questi e altri studi di Freud, nasce il Surrealismo.

 

Aspetti fondamentali del movimento sono la rivalutazione della componente prerazionale e irrazionale della creatività umana e la liberazione delle pulsioni dell'inconscio: un rifiuto della logica e delle strettoie della civiltà a favore di una totale libertà di espressione.

 

Nel 1924 esce quindi il manifesto surrealista di André Breton, che definisce il Surrealismo un “automatismo psichico puro con il quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che in ogni altro modo, il funzionamento reale del pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale”.

Joan Mirò, "Il carnevale di arlecchino", 1924-25
Joan Mirò, "Il carnevale di arlecchino", 1924-25

L'automatismo psichico significa quindi liberare la mente dai freni inibitori, come la razionalità, la moralità, l'educazione, eccetera, così che il pensiero è libero di vagare secondo libere associazioni di immagini e di idee. In tal modo si riesce a portare in superficie quell'inconscio che altrimenti appare solo nel sogno.

Alla pubblicazione del Manifesto del Surrealismo seguirà la prima applicazione nel campo delle arti visive della "scrittura automatica" da parte di Andrè Masson, che eseguì i primi disegni automatici.

 

Al Surrealismo aderirono diversi pittori europei, tra i quali Max Ernst, Paul Delvaux, Mac Zimmermann, Juan Mirò, René Magritte e Salvador Dalì.

Max Ernst, "Ocell de foc", 1937
Max Ernst, "Ocell de foc", 1937

Il Surrealismo vuole trasfigurare la realtà, ma non negarla e per far questo si serve di due tecniche, quella degli accostamenti inconsueti e quella delle deformazioni irreali.

 

Per realizzare le loro opere, i surrealisti adottarono anche nuove tecniche come quella del "frottage", che si ricollegava alle esperienze condotte nell'ambito del Dadaismo, da cui il surrealismo aveva preso quella certa tendenza dissacrante.

Tecniche come (nella fotografia) quella della rayografia e della solarizzazione tendevano a formare immagini imprevedibili, che favorivano la creazione della scrittura automatica. Il collage e il fotomontaggio volevano raggiungere l'obiettivo di realizzare delle immagini assurde ottenute attraverso un diretto intervento sul materiale.

Renè Magritte, "La condizione umana", 1933
Renè Magritte, "La condizione umana", 1933

Si voleva cioè rappresentare la realtà interiore dell'uomo, quella appartenente alla sfera dell'inconscio. Le opere di pittura e di scultura, miravano così alla creazione di un mondo fantastico, che contemplava nell'inverosimile la fusione di realtà e sogno.

 

Il poeta Lautréamont a proposito di accostamenti inconsueti diceva: “bello come l'incontro casuale di una macchina da cucire e di un ombrello su un tavolo operatorio” e, in effetti, tali simili situazioni generano un'inattesa visione che sorprende per la sua assurdità e perché contraddice molte delle nostre certezze.

Le deformazioni irreali riguardano le metamorfosi, che trasformano un oggetto in un altro. Così Paul Delvaux trasforma le donne in alberi e René Magritte trasforma le foglie in uccelli. Tutto quindi appare in modo diverso, ovvero Surreale.

Il Surrealismo è un movimento che, comunque, pratica un’arte figurativa e non astratta. La sua figurazione non è ovviamente naturalistica, anche se ha con il naturalismo un dialogo serrato. Ciò per l’ovvio motivo che vuol trasfigurare la realtà, ma non negarla.

L’approccio al Surrealismo è stato diverso da artista a artista, per ovvie ragioni di diversità personali di chi lo ha interpretato.

Renè Magritte_Okapi_1958
Renè Magritte_Okapi_1958

Magritte.

 

Uno dei più emblematici esponenti della corrente del Surrealismo.

 

Egli altera nelle sue opere i rapporti di scala, sovverte i principi prospettici e le costruzioni logiche, crea immagini dalla forte carica emotiva, con soggetti autonomamente verosimili ma che nel contesto, curato nei minimi particolari, diventano assurdi, scomposti, surreali.

Salvador Dali, "Paranoiac visage", 1935
Salvador Dali, "Paranoiac visage", 1935

Dalì.

 

Altro personaggio simbolo del Surrealismo: la personalità espressiva più geniale e trasgressiva del movimento. La sua personale esperienza artistica anzi, giunge a comportamenti limite che fanno di lui un personaggio unico, distaccato dagli altri. In Dalì vi è come una completa identificazione dell'uomo con il suo genio creativo.

 

Nelle opere di Dalì per prima cosa tutti osservano i soggetti rappresentati. Spesso assurdi, inquietanti. Ma se è vero che le sue allucinazioni dipinte altro non sono che immagini desunte dal suo vissuto onirico, è anche vero che un particolare rilievo lo assumono attraverso il contrasto con gli sfondi appartenenti ai suoi dipinti.

La cosiddetta fase storica del Surrealismo si concluderà in corrispondenza della II guerra mondiale quando, in seguito ai suoi eventi, molti artisti si trasferirono e il centro della corrente surrealista, che fin ora era stato Parigi, divenne New York.