Avanguardie storiche: Il Cubismo

Lo slideshow presenta solo alcune delle innumerevoli, straordinarie opere dei principali artisti appartenenti alla corrente artistica denominata "Cubismo". Un punto di partenza per illustrare le personali tensioni, visioni e interpretazioni dell'arte. Un click per iniziare.

Di seguito l'elenco dei cubisti presenti nella galleria di immagini (slideshow) precedente, organizzati in ordine cronologico e con link di approfondimento a Wikipedia.

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Pablo Picasso

1881 – 1973

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Joseph Fernand Henri Léger

1881 – 1955

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Georges Braque

1882 – 1963

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Robert Delaunay

1885 – 1941

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Sonia Delaunay Terk

1885 – 1979

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Juan Gris

1887 – 1927

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Lettura guidata: "Les demoiselles d'Avignon" di Pablo Picasso (1907)

Cubismo: le maschere africane


Il rapporto con l'arte africana è fonte di ispirazione per gli artisti cubisti e per Picasso in particolare.

Le illustrazioni proposte possono essere scaricate in formato .pdf (un click sulle immagini sottostanti).

Cubismo: Picasso e la semplificazione della forma


Pablo Picasso realizza uno studio del toro valorizzandone prima la forma e il volume e poi via via riducendo all’essenziale tutto.

Questo lavoro è stato ripreso da molti artisti.

Le illustrazioni proposte possono essere scaricate in formato .pdf (un click sulle immagini sottostanti).

Confronto: Cubismo, Astrattismo, Pop-Art

 

Riprendendo il tema del toro sopra delineato e proposto a vari livelli di astrazione da Pablo Picasso (il massimo esponente del Cubismo), confrontiamolo con lo stesso tema interpretato da Theo Van Doesburg, uno dei massimi esponenti del Neoplasticismo - De Stijl (tra i grandi esponenti dell'Astrattismo) e da Roy Lichtenstein, uno dei massimi esponenti della Pop-Art).

Le illustrazioni proposte possono essere scaricate in formato .pdf (un click sulle immagini sottostanti).

Van Doesburg si ispira direttamente alla notissima sequenza dei tori di Picasso semplificando la forma fino alle figure geometriche elementari e ai colori primari.

Lichtenstein, pittore della pop art americana riprende entrambe le esperienze precedenti con la sua tecnica estremamente efficace e semplice ispirata alla grafica e al fumetto.

Testo facilitato. Breve testo che delinea gli elementi essenziali del periodo artistico affrontato.

File in formato .pdf.

 

1. Il Cubismo


Una breve presentazione in Powerpoint che sintetizza i principali temi di questa corrente artistica.

File in formato .pps.

 

- Il Cubismo [7 slides - 1.52 Mb]

Henri Matisse, "Le Luxe II",
Henri Matisse, "Le Luxe II",

Il percorso dell’arte contemporanea è costituito di tappe che hanno segnato il progressivo annullamento dei canoni fondamentali della pittura tradizionale.

 

Nella storia artistica occidentale l’immagine pittorica per eccellenza è stata sempre considerata di tipo naturalistico. Ossia, le immagini della pittura devono riprodurre fedelmente la realtà, rispettando gli stessi meccanismi della visione ottica umana.

Questo obiettivo era stato raggiunto con il Rinascimento italiano che aveva fornito gli strumenti razionali e tecnici del controllo dell’immagine naturalistica: il chiaroscuro per i volumi, la prospettiva per lo spazio. Il tutto era finalizzato a rispettare il principio della verosimiglianza, attraverso la fedeltà plastica e coloristica. Questi principi, dal Rinascimento in poi, sono diventati legge fondamentale del fare pittorico, istituendo quella prassi che, con termine corrente, è definita «accademica».

 

Dall’Impressionismo in poi, la storia dell’arte ha progressivamente rinnegato questi principi, portando la ricerca pittorica a esplorare territori che fino a quel momento sembravano posti al di fuori delle regole.

 

Già Manet aveva totalmente abolito il chiaroscuro, risolvendo l’immagine, sia plastica sia spaziale, in soli termini coloristici.

Paul Cezanne, "Bibemus Quarry", 1895
Paul Cezanne, "Bibemus Quarry", 1895

Le ricerche condotte dal Post-Impressionismo avevano smontato un altro pilastro della pittura accademica: la fedeltà coloristica.

Il colore, in questi movimenti, ha una sua autonomia di espressione che va al di là dell'imitazione della natura. Ciò consentiva, per esempio, di rappresentare dei cavalli di colore blu, se ciò era più vicino alla sensibilità del pittore e ai suoi obiettivi di comunicazione, anche se nella realtà i cavalli non hanno quella colorazione. Questo principio diventò in seguito uno dei fondamenti dell’Espressionismo.

 

Era rimasto da smontare l’ultimo pilastro su cui era costruita la pittura accademica: la prospettiva.

 

È quanto fece Picasso nel suo periodo di attività, che è definito «cubista».

George Braque, "Houses Near l'Estaque", 1908
George Braque, "Houses Near l'Estaque", 1908

Già nel periodo post-impressionista gli artisti cominciarono a svincolarsi dalle ferree leggi della costruzione prospettica. La pittura di Gauguin ha una risoluzione bidimensionale che già la rende antiprospettica. Colui, però, che volutamente deforma la prospettiva è Paul Cezanne: le diverse parti che compongono i suoi quadri sono quasi tutte messe in prospettiva, da angoli visivi diversi. Gli spostamenti del punto di vista sono a volte minimi, e neppure percepibili ad un primo sguardo, ma di fatto demoliscono il principio fondamentale della prospettiva: l’unicità del punto di vista.

Picasso, meditando la lezione di Cezanne, portò lo spostamento e la molteplicità dei punti di vista alle estreme conseguenze. Nei suoi quadri le immagini si compongono di frammenti di realtà, visti tutti da angolazioni diverse e miscelati in una sintesi del tutto originale.

 

Nella prospettiva tradizionale la scelta di un unico punto di vista, imponeva al pittore di guardare solo a alcune facce della realtà.

Nei quadri di Picasso l’oggetto è rappresentato da una molteplicità di punti di vista, così da ottenere una rappresentazione «totale» dell’oggetto. Tuttavia, questa sua particolare tecnica lo portava a ottenere immagini dalla apparente incomprensibilità, in quanto risultavano del tutto diverse da come la nostra esperienza è abituata a vedere le cose.

Georges Braque, "Piatto di frutta", 1908
Georges Braque, "Piatto di frutta", 1908

Da ciò nacque anche il termine «Cubismo», dato a questo movimento, con intento denigratorio, in quanto i quadri di Picasso sembravano comporsi solo di sfaccettature di cubi.

 

Il Cubismo, a differenza degli altri movimenti avanguardistici, non nacque in un momento preciso né con un intento preventivamente dichiarato. Il Cubismo non fu cercato, ma fu semplicemente trovato da Picasso, grazie al suo particolare atteggiamento di non darsi alcun limite, ma di sperimentare tutto ciò che era nelle sue possibilità.

Il quadro che, convenzionalmente, è indicato come l’inizio del Cubismo è «Les demoiselles d’Avignon», realizzato da Picasso tra il 1906 e il 1907.

Subito dopo, nella ricerca sul Cubismo, si inserì anche George Braque, che rappresenta l’altro grande protagonista di questo movimento. Gli anni antecedenti la prima guerra mondiale videro la partecipazione di altri artisti quali Juan Gris, Fernand Léger e Robert Delaunay.

pablo Picasso, "Fabbrica a Horta de Hebro", 1909
pablo Picasso, "Fabbrica a Horta de Hebro", 1909

I confini del Cubismo rimangono però incerti, proprio per questa sua particolarità di non essersi mai costituito come un vero e proprio movimento.

Avendo soprattutto a riferimento la ricerca pittorica di Picasso e Braque, il cubismo è solitamente diviso in due fasi principali: una prima definita «cubismo analitico» e una seconda definita «cubismo sintetico».

Il cubismo analitico è caratterizzato da un procedimento di numerose scomposizioni e ricomposizioni che danno ai quadri di questo periodo la loro inconfondibile trama di angoli variamente incrociati.

Il cubismo sintetico, invece, si caratterizza per una rappresentazione più diretta e immediata della realtà che vuole evocare, annullando del tutto il rapporto tra figurazione e spazio.

In questa fase, compaiono nei quadri cubisti caratteri e scritte e, infine, anche i «papier collés»: ossia frammenti, incollati sulla tela, di giornali, carte da parati, carte da gioco e frammenti di legno.

 

Il cubismo sintetico, più di ogni altro movimento pittorico, rivoluziona il concetto stesso di quadro portandolo a essere esso stesso «realtà» e non «rappresentazione della realtà».

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Jean Metzinger, "Tea Time", 1911
Jean Metzinger, "Tea Time", 1911

Il tempo e la percezione

 

L’immagine naturalistica ha un limite ben preciso: può rappresentare solo un istante della percezione. Avviene da un solo punto di vista e coglie solo un momento.

 

Quando il cubismo rompe la convenzione sull’unicità del punto di vista di fatto introduce nella rappresentazione pittorica un nuovo elemento: il tempo.

Per poter vedere un oggetto da più punti di vista è necessario che la percezione avvenga in un tempo prolungato, che non si limiti a un solo istante.

 

È necessario che l’artista abbia il tempo di vedere l’oggetto, e quando passa alla rappresentazione porta nel quadro tutta la conoscenza che egli ha acquisito dell’oggetto. La percezione, pertanto, non si limita al solo sguardo, ma implica l’indagine sulla struttura delle cose e sul loro funzionamento.

Pablo Picasso, "Chitarra, spartito e bicchiere di vino", 1912
Pablo Picasso, "Chitarra, spartito e bicchiere di vino", 1912

I quadri cubisti sconvolgono la visione perché vi introducono quella che è definita la «quarta dimensione»: il tempo

 

Negli stessi anni, la definizione di tempo, come quarta dimensione della realtà, era postulata in fisica dalla Teoria della Relatività di Albert Einstein. La contemporaneità dei due fenomeni rimane tuttavia casuale, senza un reale nesso di dipendenza reciproca.

Appare tuttavia singolare come, in due campi diversissimi tra loro, si avverta la medesima necessità di andare oltre la conoscenza empirica della realtà per giungere a nuovi modelli di descrizione e rappresentazione del reale.

 

L’introduzione di questa nuova variabile, il tempo, è un dato che non riguarda solo la costruzione del quadro, ma anche la sua lettura.

Un quadro cubista, così come tantissimi quadri di altri movimenti del Novecento, non può essere letto e compreso con uno sguardo istantaneo.

Deve, invece, essere percepito con un tempo preciso di lettura. Il tempo, cioè, di analizzarne le singole parti e ricostruirle mentalmente, per giungere con gradualità dall’immagine al suo significato.