Laboratorio pratico: Pop-Up

I biglietti (e i loro fratelli maggiori, i libri) pop-up sono un tipo di kirigami.

Probabilmente li avrete visti o li avrete tenuti tra le mani, continuando ad aprirli e chiuderli, stupendovi sempre della straordinarietà di queste incredibili costruzioni di carta.

Alzare, tirare, voltare, scoprire. E la pagina animata, in rilievo, a tre dimensioni, "salta su". Diventa gioco, teatrino, magia, scoperta.

 

I libri pop-up (così chiamati dall'editore Blue Ribbon Press negli anni Trenta) fecero la loro prima comparsa come strumenti didattici per la spiegazione di teorie e ricerche in campo scientifico, quindi destinati agli adulti. Se ne rintraccia addirittura testimonianza nei "libri anatomici" del XIV secolo.

E' solo verso la fine del '700 che si cominciarono a pubblicare i primi libri destinati "a passare il tempo" in modo "dilettevole".

Sicuramente un impulso a questa produzione derivò dalla confezione dei giocattoli ottici. La lanterna magica, gli specchi curvi, le macchine ottiche (strumenti di origine scientifica) riconvertirono la propria destinazione, diventando molto popolari per la loro spettacolarità, così preparando i tempi della stampa dei libri animati per l'infanzia di metà Ottocento. Quando la Dean & Son, per prima, ne avviò la produzione, pubblicando Dame Wonders Transformation.

 

Con questa secolare tradizione alle spalle, i libri pop-up sono sempre stati un fenomeno commerciale di successo; va fatto risalire a non molti anni fa un vero e proprio "boom" di questa produzione.

C'è da sottolineare che la loro progettazione ingegnosa e complessa è appannaggio pressoché esclusivo di paesi quali l'America e l'Inghilterra. Anche se in Italia possiamo contare, da qualche anno a questa parte, su Massimo Missiroli che, già famoso come collezionista, ora si fa apprezzare come paper engineer a livello mondiale.

 

Se, da un lato, continua la tradizione di libri pop-up per bambini, da qualche anno è ripresa la progettazione di veri e propri libri d’arte (in formato pop-up) destinati soprattutto a un pubblico di ragazzi e adulti: vere e proprie macchine di carta e fantasia.

Innovazioni nel paper engineering continuano ad essere effettuate, anno dopo anno:

Nel 1992, Ron Van der Meer ha iniziato la sua serie multimedia Pack Art, sottolineando la capacità unica dei libri pop-up di insegnare attivando la partecipazione attiva del lettore.

Robert Sabuda, utilizzando esclusivamente carta bianca nel suo primo libro pop-up, L'alfabeto di Natale (1996), ha sottolineato l'aspetto scultoreo della carta sviluppandone la tridimensionalità attraverso la tecnica del pop-up e continua a stupire i lettori con sempre più complesse sorprese.

Kees Moerbeek, dopo 25 anni di ricerche, ha trovato un formato per il suo unico Roly-Poly pop-up.

L'illustratore Paul O. Zelinsky, ha collaborato con il paper engineer Andrew Baron, per creare il libro più complesso realizzato fino a oggi, Knick-Knack Paddywhack (2003), con oltre 200 parti in movimento!

 

La fantasia, l’arte e la tecnica continueranno a stupirci!

Una piccola galleria di immagini (un click per ingrandirle) di alcuni libri pop-up realizzati (credeteci!) "semplicemente" tagliando, piegando e incollando fogli di carta. Tutto, e sempre, realizzato a mano.

E alcuni video per capire come funziona...

Questo primo video è davvero molto interessante: vi farà scoprire, spiegati dagli stessi autori - un illustratore e un paper engineer - i segreti della realizzazione di un libro pop-up. E' stato realizzato per l'apertura della mostra: “Fold, Pull, Pop & Turn”, dedicata al Paper engineering (l’arte di progettare i meccanismi di carta alla base dei libri pop-up) tenuta al Smithsonian Institution Librairies, Washington DC, nel 2010.

Purtroppo è in inglese, ma le immagini vi faranno comprendere egualmente i processi.