Il corpo nell'Arte: Arte impressionista
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L'Impressionismo nasce negli stessi anni in cui nasce la fotografia (1867-1874). Sulla scorta di questa vera e propria rivoluzione, le intenzioni dei pittori divengono diverse dai fotografi: per loro bisogna andare al di là della realtà "fotografica", per rendere quella ricchezza di colori e di sensazioni che l'obiettivo fotografico non può cogliere.
Le forme dei corpi sono percepiti solo apparentemente materializzati in gesti, pose e movimenti, guardandoli da vicino essi sono solo colori, luci e ombre che prendono forme, i contorni sono incisi solo in alcune parti, il resto è vibrante, poco definito.
Viene rappresentata la vita, quella di tutti i giorni, quella delle feste in piazza.
Non si può fare una netta distinzione da come viene rappresentato il corpo umano e il paesaggio, le entità si mescolano, si integrano uno nell'altro. Tutto diventa colore e luce, quella magica luce con la quale Pierre-Auguste Renoir accarezza il corpo della giovane [1]; o quella di Edgar Degas che la usa come se fosse il corpo stesso ad emanarla, nella ballerina sulla scena [2].
Le immagini di Degas, in particolare, sembrano colte da istantanee, ma sono frutto di ripensamenti e adattamenti dell'impostazione compositiva. L'artista taglia le immagini in modo solo apparentemente casuale, in realtà dando ad esse una particolare inquadratura che rende una visione spontanea del soggetto, frutto dell’analisi di quanto di innovativo era stato introdotto dalla fotografia.
Nelle opere di Degas spesso si ha la sensazione che l'immagine continui fuori del quadro, talvolta accentuata da prospettive oblique [3].
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